Un negozio è solo uno spazio fatto di arredi e di merci, oppure esiste una relazione tra l’ambiente e le persone che lo vivono? Può sembrare una domanda banale, perché tutti noi ci saremmo accorti entrando in un luogo, negozio o abitazione privata, di sentirci a nostro agio, di poter abbandonare le tensioni, o al contrario di sentirci più stressati. I luoghi costruiti dall’uomo non sono neutri, sono capaci infatti di suscitare emozioni. L’antica scienza cinese del Feng Shui ce lo dice da secoli. Per questo ho voluto frequentare un corso su questo argomento che mi appassiona da quando ho fatto i miei studi presso la facoltà di Architettura a Venezia. In questo articolo ti voglio raccontare come può influire tutto questo nel design di un negozio vitale, ben frequentato e capace di vendere meglio.

Design di un negozio: l’interazione tra uomo e spazio

Spazio e persona sono un’entità unica, intimamente connessi attraverso uno stratificato sistema di relazioni dove i confini tra corpo fisico e ambiente costruito si dissolvono

Marzia Mazzi

In Oriente esistono sapienze millenarie che aspirano a fornirci indicazioni per creare delle condizioni di vita migliori. Lo scopo delle cose, del cibo, dell’arte e dell’architettura non è quella di funzionare, come lo intendiamo noi, ma di servire la circolazione armonica dei principi vitali, per far star bene le persone. Il benessere è il fine supremo, da cui dipende tutto il resto.

Per molto tempo e ancora ora da noi, è stato il contrario. Prima veniva la funzionalità, intesa come soddisfazione immediata, come resa economica o investimento. Il benessere psico-fisico derivava dal risparmio, dalla capacità di un ambiente di farmi guadagnare.

L’antichissima cultura cinese ha un tipo di pensiero diverso dal nostro, molto più basato sull’intuizione che sulla razionalità, sulla capacità di percepire l’insieme, invece che di spezzettarlo in tante piccole parti, più facili da definire e controllare. In verità, questo modo di vedere il mondo apparteneva anche agli Egizi e agli antichi greci. Noi moderni l’abbiamo abbandonato qualche secolo fa con la rivoluzione scientifica e industriale.


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Per fortuna, negli ultimi decenni, questa filosofia è tornata a far parlare di sé anche qui. Forse perché ci siamo accorti che nonostante tanti e indiscutibili benefici, spesso non riusciamo a stare bene come vorremmo. Siamo sempre più stressati e si sa, quando siamo troppo tesi, non siamo capaci di goderci la vita, abbiamo timore del futuro, siamo in allerta con l’idea che qualcosa o qualcuno ci possa fregare, o peggio farci del male. Queste condizioni sono pessime per poter vivere un’esperienza d’acquisto ottimale in un negozio.

Uno spazio vitale. Il design al servizio di un negozio dove si sta bene

Frequentare un corso con l’architetto Marzia Mazzi, dello studio Spazio Umano, per me è stato molto di più di ricevere tante e belle informazioni. Per me è stata la possibilità di capire come poter creare l’arredamento di un negozio capace di far star bene chi ci lavora e chi entra per soddisfare un bisogno.

Senza andare troppo nei dettagli – altrimenti ci vorrebbero chissà quante parole! – quello che mi ha colpito di più, è stato vedere il negozio come uno spazio vitale, un organismo che ha un suo carattere, come noi esseri umani. Questa visione del punto vendita è qualcosa che noi progettisti di COMINshop abbiamo ben chiaro da anni, ma è sempre bello vedere confermati i propri valori da altri porfessionisti e ricercatori.

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L’antico simbolo del Tao, che rappresenta l’equilibrio dinamico delle forze contrapposte dell’universo.

La sua struttura, gli elementi geologici e geografici (la posizione, la vicinanza di fiumi o montagne), le emozioni che si vivono al suo interno, sono i fattori che lo rendono unico, che possono farlo diventare un ambiente che funziona, che attira persone, che vende, o al contrario, un’attività commerciale destinata ad avere difficoltà e anche a chiudere.

Il corso mi ha confermato che il design di un negozio è soprattutto un processo di ascolto, del cliente e dello spazio. Progettare significa cogliere l’insieme, bilanciare gli elementi in apparenza contrapposti: luce e buio, pieno e vuoto, per migliorare l’impatto emotivo di chi vive lo spazio.

Il negozio poi non è una scatola fatta e consegnata, che può starsene lì per dieci o quindici anni immobile, come un oggetto su uno scaffale. Il punto vendita evolve, come ogni organismo. Va riadattato nel tempo in base alla maturazione di chi ci vive dentro.

Un progetto ottimale deve quindi tenere conto dei percorsi, del movimento all’interno del negozio, della disposizione degli arredi, di quali sono i materiali e i colori impiegati. I colori hanno infatti una forte capacità di stimolare emozioni, di eccitare o di calmare. Pensa al verde, associato alla natura, quindi alla capacità di abbassare lo stress, di riequilibrare, di rilassare.

Il Feng Shui è tanto affascinante quanto vasto, quasi infinito. Da come disporre le porte d’ingresso alla scelta delle superfici, dai colori a che immagini inserire nelle pareti, ogni particolare assume un significato che concorre a fare del negozio un ambiente dove si può lavorare e comprare con piacere, uno spazio che trasmette energia positiva.

Gli stimoli dopo un corso di questo tipo sono stati moltissimi. Credo non basterebbe una vita ad imparare una sapienza così antica. Eppure, quello che posso fare ogni giorno nel mio lavoro è ascoltare bene, con empatia, chi ho di fronte, che siano persone o spazi. Il design di un negozio può allora diventare un gioco di equilibri, che ha lo scopo di far stare bene chi lo vive.

Perché un ambiente vivo, armonico, vitale è anche un luogo dove è piacevole trascorrere del tempo, dove le persone sorridono, dove circola abbondanza.


Vorresti dare vita ad un negozio capace di far star bene chi ci lavora e i tuoi clienti?