Uno spazio ha una funzione, quella di contenere delle storie, ancora prima dei prodotti. Questo ci è ben chiaro quando visitiamo un luogo particolare, un castello, un museo e persino un’azienda, quello che ci attrae, o ci da fastidio, è un qualcosa di impalpabile ma ben presente che ne definisce non solo i contorni ma proprio l’essenza. Ridurre la bellezza, o il suo contrario, solo alle mura o all’arredamento, finisce per sminuire l’anima del luogo, il genius loci come lo definivano gli antichi, un insieme di sensazioni e possibilità, che il design aiuta a codificare, per dare voce ai valori intangibili che animano gli spazi.

Storytelling nel design, racconto quindi sono

Da alcuni la parola storytelling è andata a riempire le sale e le bocche, sorta di panacea destinata a curare i sintomi di una crisi d’identità delle aziende, che si traduce in minori fatturati. Le storie esistono da sempre, prima del 2008, prima ancora che esistesse il concetto stesso di azienda, con le sue esigenze di marketing, di rendersi visibile nel mercato.

Le pitture rupestri o i bassorilievi di un tempio egiziano erano storie su pietra, simboli e codici atti a comunicare, a mettere in comune significati. L’esigenza e forse anche l’urgenza era quella di esprimersi, di far uscire una voce, spesso collettiva, perché la saggezza della comunità, le sue regole e le sue aspirazioni, restassero, per chi sarebbe venuto dopo di noi. Se non raccontavo, finivo nell’oblio, non esistevo.

Ed ora? Cosa se ne fa un’azienda, nave in acque incerte e pericolose delle storie? Ora che gli orizzonti sembrano ristringersi all’immediato futuro, non abbiamo l’ambizione di raccontarci alle generazioni future, ci accontentiamo di farlo a chi ci sta attorno, clienti, fornitori, dipendenti, che ci leggono sui social e su un sito aziendale.

Eppure, l’essere umano di oggi è simile a quello che raccontava della caccia e dei suoi riti di ringraziamento, delle tombe e dei suoi viaggi nell’aldilà, si gioca il suo tempo e lo spazio alla ricerca di un senso che può trasmettere con le sue mani.

Il significato dell’azienda che produce una vera innovazione non è solo nei numeri del bilancio e nella competizione che riesce a sostenere, ma nelle relazioni che instaura, nel rapporto sinergico con il territorio, nella vitalità che sa esprimere crescendo nelle sfide, nel sostegno che da alla società e all’ambiente che la sostengono.

Lo storytelling si fa allora racconto necessario, parole, immagini e soprattutto emozioni che devono essere condivise, perché l’eroe oggi è chi vive le proprie paure e continua a guardare l’altro, a prendersi la propria responsabilità, sfidando i draghi di ogni giorno.

E il design allora? Non basta un articolo su di un blog o un post su LinkedIn? Il design è creatività, è accettazione delle sfide, ascolto delle esigenze e superamento degli ostacoli, per creare bellezza, laddove c’era solo disordine. Così è una storia ben scritta, prende delle lettere gettate a caso nell’alfabeto e trasforma la materia di ogni giorno in magia, da regalare all’ascoltatore.

stotytelling-design-ARTU,-showroom-COMINshop,-persone-in-piedi

Se pensiamo ad ARTU, il nostro showroom, non vediamo solo un luogo dove far sedere i clienti in attesa di stipulare un contratto, ma ascoltiamo una storia lunga 60 anni, dei cambiamenti di forma ma soprattutto di sostanza. Quando entriamo lì, percepiamo un ambiente che è non è chiuso come lo erano le aziende del passato prossimo, ognuna gelosa del suo ruolo, dentro un’anonima zona industriale, ma cogliamo delle porte aperte, verso il mondo che ci circonda: individui, gruppi, associazioni, imprese che si interrogano come noi, che hanno deciso di scrivere una nuova storia, dove al centro c’è l’essere umano.

Il design diventa quindi storytelling, mezzo di comunicazione, un intreccio di storie, fatte di luci, legno, metallo, colori e soprattutto sensazioni che raccontano in modo diretto, non mediato dai giudizi, dalle frette del momento o dalle analisi logiche, che sa prendere l’attenzione sempre più scarsa del visitatore e dirgli in modo chiaro: questa è la mia storia, vuoi farne parte in qualche modo?

Le storie sono tutte già dentro di noi, spesso non ce ne accorgiamo, presi da mille incombenze, ma sono tutte degne di essere raccontate, nei fallimenti, come nei successi, che ci hanno portati qui e ora. Quale storia migliore può esserci, di quella che comunicano gli spazi che viviamo ogni giorno, in cui accogliamo il mondo esterno?


Vuoi raccontare i tuoi valori e le tue visioni grazie al tuo spazio?