Arredare un negozio, un bar o un ristorante sembra solo una questione di tecnica, di saper fare e competenze acquisite con l’esperienza. Designer, commerciali, tecnici di produzione sono il braccio creativo e operativo della trasformazione di uno spazio fisico in un ambiente capace di stimolare sensazioni ed emozioni. La mente e il cuore che li guida hanno bisogno però di sentirsi gratificati, di sentirsi ascoltati e compresi, di sapere che non sono solo strumenti ma parte attiva di un processo, persone soddisfatte e pronte a dare il loro contributo in modo dinamico.

Per fare bene il nostro lavoro, per ideare e creare ambienti armonici, abbiamo bisogno di vivere quest’armonia, altrimenti cosa porteremo fuori dall’azienda? Molto probabilmente tensioni e incomprensioni che alla lunga inciderebbero anche sui nostri clienti. La vera innovazione è oggi più che mai quella che guarda ai dipendenti e collaboratori come parte di un unico organismo. Se una sola parte è disfunzionale, perché insoddisfatta e infelice, ne risentirà l’intero sistema, compreso il negoziante.

Responsabilità sociale e creativa

La crisi può essere una vera benedizione per ogni persona e per ogni nazione, perché è proprio la crisi a portare progresso. La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.

Albert Einstein

Da diversi anni si parla di responsabilità sociale d’impresa, di un ruolo attivo che hanno le aziende, di qualsiasi dimensione, nei confronti della comunità interna – salute e benessere di chi lavora – e di quella esterna – società e ambiente.

Se per lungo tempo la felicità degli operai e degli impiegati, come la sostenibilità ambientale, sembravano contraddizioni all’interno del nostro modello di sviluppo, utopie realizzabili solo da qualche eccentrico e illuminato magnate, ora appare sempre più evidente che un’azienda sana non è solo quella con un buon fatturato, ma quella con un benessere interno lordo più alto.

La crisi globale che nei suoi alti e bassi sembra essere diventata un fattore permanente, ha avuto il grande merito di mostrare a tutti le ferite in cui si era adagiato il sistema economico, non ultima, l’insoddisfazione di chi lavora. Il vuoto produttivo, la contrazione delle vendite e degli acquisti ha costretto a guardarci attorno e sopratutto dentro, per cambiare in modo radicale, pena l’estinzione.

Per evolvere abbiamo capito che la trasformazione poteva partire solo da noi, senza aspettare aiuti esterni. La crisi ci ha dato quindi l’opportunità di ragionare, di sentire e agire, per capire come creare un ambiente fertile dove poter realizzare negozi, uffici o ristoranti, unici. Il successo interiore poteva essere la chiave di quello esteriore, quello che cerca il nostro cliente.

Valori e comportamenti condivisi

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Le idee sono importanti, guidano e orientano ma per porre in essere dei cambiamenti concreti bisogna iniziare a modificare i comportamenti di ogni giorno. A volte crediamo che una rivoluzione implichi delle trasformazioni fantascientifiche, quando invece la semplicità è la vera chiave di volta.

L’attenzione verso il collega, la cura del luogo di lavoro, la responsabilità nei confronti di quello che si sta facendo ma anche di quello che si potrebbe fare, sono piccole azioni quotidiane, gesti misurabili che spostano il focus da un atteggiamento egoistico ad uno più altruistico.

Un ufficio o un reparto dove la cura dell’altro e di se stesso diventa la norma non scritta, è un ambiente sereno, dove le idee circolano senza ostacoli, senza quelle invidie ed emozioni represse che non trovando dialogo diventano inarrestabile lamentela. Se è vero che la lamentela spegne i neuroni, è altrettanto giusto pensare che la felicità produca nuove connessioni nel cervello e porti a trasformare gli ostacoli di ogni giorno in soluzioni innovative, di cui alla fine beneficerà il cliente.

Da anni abbiamo preso la buona abitudine di riunirci, non perché tante persone ne ascoltino solo una, ma per confrontarci su quali siano questi comportamenti condivisi che rendano il lavoro migliore. Sono ore che in apparenza sottraiamo alla produzione e alla creazione, in cui bisogna concentrarsi con pazienza e apertura, ma sono fondamentali per fare squadra davvero, per capirsi, per fissare nero su bianco una rotta condivisa da tutti e non imposta dall’alto.

Prima dei robot e dell’intelligenza artificiale, crediamo che sia necessario sviluppare quella emotiva, capace di comprendere e trasformare le emozioni, i conflitti inevitabili, i dissapori, i momenti critici. Una persona va al lavoro, non tanto per prendere uno stipendio, ma per fare del suo meglio e di conseguenza poter beneficiare di un giusto riconoscimento economico, di un frutto che ha contribuito a seminare e curare.

Il negozio, il bar o il ristorante sono i giardini che coltiviamo da molti anni. Sappiamo che e erbacce crescono spontanee, ma per avere un ambiente ricco di fiori che danno frutti, bisogna fare uno sforzo condiviso, fatto con competenza e precisione, ma soprattutto con armonia.


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